Il Premio di poesia “Giancarlo Bolognesi“ è stato istituito per ricordare uno dei professori più stimati della scuola livornese, con una particolare competenza proprio nel campo della poesia del ‘900 che sapeva far conoscere e amare ai propri alunni.
Il concorso, nato nel 2007 e rivolto a tutti gli studenti delle scuole superiori della provincia, si è andato sempre più radicando nel mondo della scuola e della cultura livornese. Il concorso è rivolto anche gli studenti adulti dei serali e i detenuti delle Carceri delle Sughere e di Porto Azzurro che frequentano un corso di scuola media superiore: ad essi è riservata una sezione separata del premio perché le loro poesie, per il vissuto da cui nascono, non possono essere paragonabili con quelle degli altri studenti.
Nel tempo, ai premi in denaro messi a disposizione dalla famiglia, si sono aggiunti i premi speciali messi a disposizione dalle associazioni culturali presenti nel territorio e dalle testate giornalistiche locali sia cartacee che online.
Tutti gli elaborati presentati sono inseriti nel libro del premio che è distribuito nella cerimonia di premiazione che si svolge nel mese di giugno.

ORGANIZZAZIONE

IIS Niccolini Palli
Comitato promotore del premio
Famiglia Bolognesi
SO.CREM che ha sempre avuto particolare attenzione al mondo giovanile

PATROCINIO

M.I.U.R. – Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana
Provincia di Livorno
Comune di Livorno

GIURIA

Prof. Gabriele Cantù (Presidente)
On. Marida Bolognesi sorella di Giancarlo
Un rappresentante della Giunta Comunale, di volta in volta indicato
Francesco Belais
Antonella Gioli (Docente universitaria ed ex alunna di Giancarlo)
Silvia Debatte (Editore)
Carla Roncaglia (Presidente ISTORECO)
Prof.ssa Laura Bandini
Prof.ssa Mariagrazia Gori
Alessandro Guarducci (giornalista de Il Tirreno)
Giacomo Niccolini (giornalista di Quilivorno)
Lucia Raspo (con funzioni di coordinamento e segreteria)

2007

Eugenio Sournia
5 ginnasio IIS Niccolini Palli Livorno

A Lorenzo

Noi che facciamo il classico sappiamo
dell’epica e degli antichi eroi;
lor volevan vivere per sempre
e in fondo, chi sono lo sappiamo poi,
il loro nome risuona anche adesso
perché eran bravi a tirare di lancia
perché eran bravi nel fare la guerra
perché la morte guardavano in faccia.

Loro sapevan portare la morte
e questa virtù poi li ha resi immortali
è un paradosso che sfida la sorte.
Ma quando un ragazzo, nel proprio letto
a quindici anni appena compiuti
avendo dato la gioia e l’affetto
muore, tutti gli aedi son muti.

Nella grande apatia e nella noia
del muto tempo debosciato
Lorenzo, non una guerra di Troia
ti ci vorrà per esser ricordato.
Tu eri un eroe di allegria e di amicizia
questo mi basta, nella mia memoria
per farti degno di viver la storia.
Un giorno, sai, magari
ci incontreremo ancora.

2008

Lorenzo Taccini
3 A class. IIS Niccolini Palli Livorno

La calma apparente dei falsi assolti

Borghesi signori benpensanti
unti degli unguenti più preziosi
lordi dei tesori conservati
chini negli uffici polverosi
sordi in ogni tempo ad ogni male.

Voi non avete frenato il tempo
gli fate solo prendere vento.

Mentre Nennele pellediluna crine dorato sguardodacciaio
labbra lambiscon sangue sorpreso
che lei coinvolta in rivoluzione sta nel mortaio.

I vostri occhi sono abbagliati
sono ovattate le vostre orecchie
le menti vaghe come incantati
che può importare a voi delle forche
nel vostro mondo immacolato.

Voi non avete sfidato il tempo
vi siete solo prostrati al vento.

Mentre Martino spiritoforte uomodazione
drapposulcuore
fucili e bombe nel calpestio
possono uccidere dell’ideale solo il fautore.

Voi che fuggite alla dura realtà
contemplatori del sovramondo
conservatori di scialba pietà
voi i vigliacchi a guardar sullo sfondo
siete la ruggine della storia.

Voi non avete fermato il vento
gli fate solo perdere tempo.

2009

Silvia Tulli
3 A Art. Liceo Cecioni Livorno

L’onda

Qualche foglia secca,
discorsi calpestati con noncuranza
sotto un sole sfacciato che illumina strade ripulite
dalle piogge incessanti.

Cosa rimane dei nostri passi?
E delle nostre urla appese a striscioni?
E della nostra forza, del nostro ideale?

Brandelli appigliati a rami spogli.

2010

Eugenio Sournia
3 A class. IIS Niccolini Palli Livorno

Agli artisti del mio tempo

Non è nostro diritto
dire solo del nulla
di bestie stramazzate
del male che nascosto ci divora.

Chiedetelo alla notte
se conta la poesia
sembrate avere fiato
solo per gridare sapendovi inuditi.

Chiedetelo a quei cieli
dei fallimenti dell’ uomo moderno
chiedetelo ai morenti
nelle corsie asfissiate ospedaliere;

chiedetelo a chi crede
a chi spera, a chi sogna
scoprirete piangendo
di avere solo camminato in fila.

2011

Lorenzo Curti
2 B class. IIS Niccolini Palli Livorno

(Poco) Epico Epigramma

Rumorosa la notte di Bengasi dicono
rumoroso il tintinnio dei bicchieri di champagne
nelle case dei presidenti (ma non lo dicono)
silenzioso il serpente nero della Libia
supera l’Atlantico (e dove andrà?)
e intanto i palazzi crollano
e intanto le donne i bambini gli uomini muoiono
fra sermoni e grida e draghi spenti in bunker e bombe francesi…
e c’è ancora tempo per scrivere poesie?

“I corpi sono stati individuati davanti alle coste libiche giovedì scorso
e sono stati sepolti senza che fossero stati riconosciuti.
Le vittime potrebbero far parte del gruppo di 68 migranti,
di cui non si avevano più notizie dal 25 marzo.”

2012

Alice Lipari
1 B class. IIS Niccolini Palli Livorno

Ora, Noi 

Risorgimento, Resistenza,
crisi, posto fisso, spread…
Le parole mi rimbombano nella mente:
mi fermo a pensare.
Penso, immagino, vedo giovani audaci
che lottano per la libertà:
le tenebre diventano luce.
Penso, ascolto, provo a credere in noi
che fatichiamo per la libertà di scegliere
un futuro che ritorna tenebre.
Penso, parlo, grido al mondo:
non tutti corpi freddi e calcolatori,
ma cuori e cervelli combattenti
contro un unico nemico invisibile.
Siamo tutti Ettore a difesa della nostra Troia:
le idee sono le nostre spade,
la conoscenza il nostro scudo.
Questa volta il cavallo di Ulisse sarà fermato.

2013

Caterina Barontini
5 L Liceo Formazione IIS Niccolini Palli Livorno

A scuola di speranza
(nei laboratori Blu Cammello)

Bevono
menti riarse
alle sorgenti del lavoro;
liberano
le forme del pensiero
danzanti nel silenzio.

Aprono
le gabbie della paura
e tra zampilli di colori
parole invisibili
corrono
in cerca di libertà.

Con meraviglia
vedo semi di dolore
e lamenti muti
trasformarsi
in segni di luce.

Nella mia memoria
ho impresso
il tenace lavoro condiviso,
l’accoglienza sincera
e l’energia degli sguardi.

Anch’io voglio sgombrare
le pietre del senso comune
e tracciare
un sentiero di empatia,

perché da lì passa il corteo variopinto
di uomini e donne, pesci e farfalle,
cavalli azzurri e cammelli blu
a testimoniare
un nuovo tempo di speranza.

2014

ex aequo

Positività
Nicole Borrelli
2 C SU Liceo Cecioni Livorno

Stranger
Lucia Mauri
3 D Liceo Enriques Livorno

Positività

Farò del positivo il mio colore
perché con esso posso dipingere il mondo come mi pare.
Lo colorerò con pregi e difetti
e farò dei difetti i miei pregi migliori.
Lo colorerò di bianco e di nero
e farò del nero un pretesto per raggiungere il bianco.
Lo colorerò di vita e di morte
e alla morte darò come significato “un nuovo inizio”.
Lo colorerò con illusioni e delusioni
e con le delusioni farò nuovi progetti.
Lo colorerò di gioia e di dolore
e farò del dolore il mio punto di forza …
perché ci sono sempre due modi di vedere le cose,
io ho scelto il positivo.

Stranger

Io diverso tra i diversi.
L’errore più sbagliato.
Una promessa già infranta.
Io, l’angolo ottuso di una sfera.
Il raggio caldo del sole invernale.
L’ombra bianca dagli occhi vermigli.
Io ascolto i colori.
E leggo di altri mondi.
E parlo alle nuvole.
E alle onde e ai venti.
Io sono un dado truccato per perdere.
Dalle mille combinazioni.
Questa falsa libertà.
Questa falsa prigionia.
Io diverso fra i diversi.
Io uguale a nessuno.

2015

Sveva Sodomaco
3 E Liceo Enriques Livorno

Vento divino (kamikaze)

Mina ambulante
in corpo di bambino
vaghi confusa
per vie affollate
e tende speziate.

Il vento divino ti avvolge
ti trascina con sé.
Ma i tuoi occhi innocenti
invocano tenerezza
bramano libertà.

Il sangue pulsa
contro le pareti del cuore,
una lacrima scivola lenta
tersa nel suo pallore.

Mina ambulante
in corpo bambino
hai il ventre fasciato
di ferro armato.

Partorirai morte.

2016

Margherita Ughi
1 A Liceo Enriques Livorno

Preghiera profuga

Mare verde – verde mare,
mare, ti prego, fammi arrivare.
Persone, tante persone,
volti dimenticati da un dio insensibile.
In grembo fame e disperazione.
Fame nera – nera fame,
fame, ti prego, non mi ammazzare.
Giorni senza mangiare che sembrano
durare un’eternità.
Mare verde – verde mare,
mare, ti prego, fammi arrivare.
Le mani ossute e insicure di mia madre sul petto.
Sono vivo, mamma!
Madre bianca – bianca madre,
madre, ti prego, fatti abbracciare.
Silenzio assordante incombe sulla terra promessa.
Le nostre bocche orrendamente cucite,
non ci sentite, ma noi gridiamo,
un urlo contro l’indifferenza
un urlo per la vita.
Vita rossa – rossa vita,
vita, ti prego, fammi lottare!

2017

Sveva Sodomaco
5 E Liceo Enriques Livorno

1954

B
La
Tua
Zona

Nonno, dimmi di quale
triangolo di terra
serbi il familiare
dialetto che mai più
volesti pronunciare.
Vivido nel ricordo,
esule per il mondo.

Nonno, dimmi per dove,
dal carretto trainati,
partisti coi tuoi cari:
affranti, desolati.
Ovunque traditori,
vi hanno ignorati.

Nonno, dimmi di quando,
cobalto umaghese
nell’anima, tua madre
su quella tenera
tomba pregò straziata.

Nonno, dimmi di quanti
amici, giochi, balli
dovesti privarti, e
piangendo salutasti.

Nonno, dimmi di cosa
nutristi il mutismo
degli occhi esangui.

Nonno, dimmi di come
come hanno potuto.

Nonno, dimmi: perché?
(dedicata a nonno Lionello)

2018

Irene Chimenti
2 C ITIS Galilei Livorno

Roma N57686

Una vita troppo breve
interrotta da dodici gocce d’odio
versate sugli altari della politica,
del popolo, della rivoluzione,
mai si uccide a nome proprio.

Moristi deluso:
nulla in cui credevi ti salvò,
né lo Stato per cui lavoravi
né il Dio per cui pregavi.

Forti, più della macchina rossa,
le tue grida silenziose tuonano
ogni 9 maggio,
mi fissan nelle foto gli occhi tuoi prigionieri,
neri e vuoti,
condannati da chi si permette
di seminare morte
in un campo di sogni.

2019

Benedetta Biegi
1 G ITIS Galilei Livorno

Accompagnami alla porta

Accompagnami alla porta
poi andrò sola,
leggera d’involucro
pensiero di nuvole.
Accompagnami alla porta
come se dovessi andare a scuola
baciandoti sul pianerottolo.
Non stringere i denti
per non piangere,
distendi le rughe
che hai maturato
con me.
Io so quando la pelle cedette
e lenta indurì.
Io so quel capello
che adesso biancheggia.
Accarezzo ogni piega di te.
Accompagnami ancora alla porta
e dimmi parole già note
dell’ alba.
Lo so che sarebbe
meglio restare al tepore
che fuori fa freddo
e nulla conosco.
Ma ormai devo andare,
ti prego, non rimpiangere.
Accompagnami solo alla porta,
mamma.